giovedì 11 ottobre 2007

ParkinGang

E venne l’ora del primo concerto! Ma il termine non è forse dei più appropriati. Non facevamo concerti! Mica eravamo una rockband! Facevamo “interventi”, “performance” ecc. E proprio di una “performance” si trattò. Era il luglio 1982, il contesto si chiamava Parkingang, si teneva in Piazza del Papa, ad Ancona, ed ospitava – credo – numerosi gruppi “emergenti” (come si usa dire ancor’oggi, senza capire da cosa si debba emergere… boh!). La nostra serata era nata dalla collaborazione del nostro gruppo con i più rodati Cracked Hirn e nientemeno che con i Raf Punk di Bologna, i quali non avrebbero suonato, ma molti del loro collettivo si sarebbero prestati quali interpreti di una performance antinuclearista assieme ad altri punks del maceratese (Trodica di Morrovalle era una città particolarmente ricca di gruppi-collettivi punk).
Due parole sul primo incontro con i Raf per la preparazione della performance: l’appuntamento era in via Rovereto, eravamo tutti più o meno in fibrillazione per la “calata” marchigiana dei bolognesi. Sarebbero venuti Barbara, Laura e Jumpy (e forse qualche altro). Di quel pomeriggio ricordo il loro ritardo bestiale (ore!) e la serenità di Jumpy che, col suo accento bolognese e la erre arrotata, disse candidamente al suo arrivo: «abbiamo fatto tardi…» e poi, ovviamente, i preparativi e il resto.
Ma torniamo alla performance. Il cui titolo mi pare fosse: E=mc2 – La forza e il fascino di una parola nuova. I preparativi iniziarono il pomeriggio. Sul palco ci saremmo alternati con i Cracked, quando suonavamo noi loro sarebbero stati in fondo in posizione contrita, quando suonavano loro noi avremmo preso il loro posto ecc. Solo il povero Michele, batterista stabile dei Cracked e temporaneo degli Azione Non Violenta, avrebbe suonato per tutto il tempo!
Tra i blocchi di brani erano collocati gli interventi attoriali degli altri, che avrebbero coinvolto il pubblico e gli stessi “musicisti” nella scena.
Al calare delle prime luci della sera la piazza si comincia a popolare di punks arrivati da ogni dove (non moltissimi, per la verità, ma abbastanza… a quell’epoca non ne avevo mai visti tanti tutti insieme). Per richiamare gente Carlo, chitarrista dei Raf Punk, si mette alla batteria e comincia a suonare un ritmo sincopato andando avanti fino al momento dell’inizio del concerto. Nel frattempo, un punk ubriaco stonava, da solo, «Do they owe us a living? Of corse they do, of corse they do. Owe us a living? Of corse they fuckin’ do!», barcollando tra le sedie e le bottiglie di birra vuote sotto il palco.
Del concerto ricordo molto poco. Ricordo che non sapevo dove mettere le mani e allora le tenevo ancorate sul microfono. Imparai da quella esperienza a cantare a carponi, inginocchiato o steso a terra, per evitare di muovermi in modo per me imbarazzante. In fondo, continuavo ad essere una persona timida e poco propensa alle relazioni umane. Ma mi trovavo a cantare in una band punk, quindi qualcosa dovevo fare… Mi sembra che il concerto finì con i militari (punk travestiti da militari, ovviamente) che ci prendevano di forza da sopra il palco e ci portavano via. “Sottile” metafora di uno stato militarizzato vendutosi al nucleare che lasciava dietro di sé (sotto il palco, con i volti rigati di rosso sangue) uomini e donne martoriati.

Azione Non Violenta (e i Cracked Hirn sullo sfondo, in bianco: Barbara a destra e i maceratesi sulla sinistra)




i Cracked Hirn (e noi sullo sfondo)
...cosa darei per sapere dov'è finita la bandiera!

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